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venerdì 12 novembre 2010

il Brescia è la squadra piu penalizzata di tutta la serie A ,clicca...

BOLOGNA – BRESCIA (Coeff.3) ARBITRO PIERPAOLI DI FIRENZE


FERMO DA DUE TURNI RITORNA IN A PER QUELLO CHE E' IL SUO QUINTO GETTONE STAGIONALE. NON STA BRILLANDO IN QUESTO INIZIO DI CAMPIONATO SI SPERA IN UNA GARA POSITIVA PERCHE' LE QUALITA' CI SONO (F.arbitriblog)


Gentili Signori,
concordo in toto con la protesta del Dott.Zamparini...ed auspico come tifoso del Brescia.una sorta di unione tra le squadre medio-piccole..contro il sistema evidentemente "drogato" dal potere di 3-4 club e dalla sudditanza psicologica degli arbitri che con Braschi è peggiorata..mentre con Collina le cose stavano migliorando. Vi invito a leggere i torti subiti dal Brescia calcio uguali se non superiori a quelli dell US Palermo. del Chievo calcio e del A.C. Cesena ..partendo dalle tre giornate a Diamanti arrivando al rigore di Et'o..e quello non concesso mercoledi su Caracciolo fallo di Bonucci.



..che citi anche il Brescia ed il Chievo ed il Cesena danneggiati oltre misura...la battaglia si può fare tutti assieme.
Grazie
AB

PRIMA DI INTER E JUVENTUS.....E DOPO LA ROMA...

Al Brescia la sensazione l'avevano avuta già a Bari, quattro giorni dopo le sviste di Russo e i piagnistei della Roma. La squadra di Iachini perse per un rigore, peraltro netto, ma Gigi Maifredi al «San Nicola» diede fiato alle prime proteste: «L'arbitro sembrava che non vedesse l'ora: non vorrei che, d'ora in poi, gli errori a nostro favore con la Roma ci si ritorcessero contro».
DA ALLORA, tra rigori netti a favore negati e dubbi o inesistenti contro concessi, il rapporto tra il Brescia e le giacchette gialle (il nero fa parte del vintage) è stato «sfortunato». «Ma a Bari non parlavo certo del rigore contro di noi, che c'era - dice adesso Maifredi -. Il problema è che aveva notato un certo tipo di atteggiamento. E le successive partite, credo, hanno confermato quella mia sensazione».e prima di Inter e Juventus...
E non c'erano dubbi, il 24 ottobre, anche per un altro fischetto veneto, Peruzzo di Schio, nel concedere al Lecce un rigore per un intervento di Martinez su Mesbah avvenuto sulla palla e fuori area. Di Michele calcia sulla traversa il rigore, rifacendosi due minuti dopo con la rete che condannò i biancazzurri alla sconfitta.
Ma ci sono altri episodi che penalizzano il Brescia. A cominciare dal debutto. A Parma, allo scadere del primo tempo, con la squadra di Iachini già sotto di due reti, Caracciolo scatta su una punizione di Diamanti ma viene cinturato da Paci: per Damato di Barletta tutto regolare.
IL BRESCIA ottiene due rigori nelle prime due partite in casa: contro il Palermo alla seconda giornata (fallo sciocco ma netto di Munoz su Caracciolo, arbitro Tagliavento di Terni) e contro la Roma alla quarta (intervento di Mexes su Eder sul pallone e fuori area, arbitro Russo di Nola). In mezzo la vittoria di Verona con il Chievo, determinata da una punizione-gioiello di Diamanti. Gava di Conegliano, l'arbitro di sabato sera a Milano, sbaglia a non giudicare da rigore un'entrataccia di Cesar su Eder e sorvola su un sospetto fallo di mani di Andreolli, che sulla linea neutralizza un destro di Caracciolo.
E arriva la lunga serie di sconfitte. Di Bari e Lecce si è già parlato, anche se al «San Nicola» a tempo scaduto Guida di Torre Annunziata dice che è tutto regolare nonostante la maglia dell'Airone si allunghi a dismisura nell'ultimo assalto biancazzurro.
Caracciolo è protagonista anche il 3 ottobre a Roma. Dias, centrale brasiliano della Lazio, lo cintura in area su angolo di Diamanti: Celi di Campobasso fa proseguire, ma è inflessibile con Diamanti, ammonito due volte ed espulso.
Contro il Napoli, domenica scorsa, dopo 9 minuti Dossena trattiene Caracciolo su una battuta dalla bandierina: nulla per l'arbitro Valeri di Roma, che poco prima dell'intervallo sta per espellere Gargano, che protesta dopo un fallo su Hetemaj ma ci ripensa, probabilmente per la corsa disperata del portiere partenopeo De Sanctis. Infine l'Inter e la Juventus Al Brescia sperano, d'ora in poi, di avere il giusto. Niente di meno, niente di più

Come volevasi dimostrare.....
Brescia, un'indigestione di torti. 'Noi sempre penalizzati: basta'
Come le ciliege. Un rigore fischiato contro che non era rigore e un rigore negato che era rigore. Un po' troppe le ciliege da digerire. Si rischia l'indigestione o peggio la gastrite. Ma, almeno per il momento, in casa-Brescia l'antiacido sembra fare effetto. E si scopre un Corioni in incredibile versione pompiere. Una stranezza. Anzi molto di più. Non è proprio ieri, ma nemmeno un secolo fa la cavalcata al «Martelli» di Mantova per cantarne quattro all'arbitro Palanca. Faccia contro faccia e squalifica inevitabile. Il Corioni del dopo Juventus, ma anche del dopo Inter e del dopo... non mostra nemmeno lontane parentele con il Corioni mantovano. Non spegne fuochi perchè non ne ha accesi- Finora. E prova a prenderla con filosofia. Prova... «Non c'è in atto - sostiene Corioni - una congiura di palazzo».

CONGIURA no. Sarà colpa del Fato, ma dopo il rigore fasullo concesso al Brescia e fatale alla Roma, il Brescia ha subito rigori dubbi anche a occhio nudo e non si è giovato di rigori piuttosto netti anche per chi sta appollaiato in tribuna: «Passi per il rigore concesso all'Inter - ricorda Corioni -: quello fischiato ad Eto'o è stato un rospo duro da ingoiare. Anche con la Juventus qualche decisione del direttore di gara non mi ha convinto. Passi anche per il rigore che ci è stato negato contro la Juventus. Lo scandalo sono le tre giornate di squalifica inflitte a Diamanti». Sarà anche un caso, sarà che noi italiani teniamo in tasca più lacrime che soldi ma, chiuso il capitolo Collina, quello che si è appena aperto non sembra migliore, anzi: «E qui casca l'asino - borbotta il pres - . Si era, ed era pure ora, finalmente arrivati alla decisione di scegliere un designatore arbitrale che facesse in modo di ridurre il più possibile la sudditanza psicologica dei direttori di gare quando si trovano ad arbitrare le grandi. E almeno in parte Collina ci era riuscito. Ma ha dovuto andarsene. Il risultato? Siamo tornati esattamente alla situazione che c'era prima. Naturalmente spero che sia solo un momento no per gli arbitri. Spero».

IL PRESIDENTE del Palermo, Zamparini, ha perso la speranza e affidato a una banca il compito di vendere le sue azioni: «Ma Brescia non è Palermo - e la pressione presidenziale sale pericolosamente -. Se Zamparini fa quello che ha fatto ne parla tutta Italia. Lo facessi io, mi beccherei una scarica di critiche e tutti zitti. E poi qualche anno fa ho provato a fare la voce grossa e avevo tutte le ragioni per farla. Risultato: qualcuno mi ha sussurrato che, se insistevo, mi sarei ritrovato fra i dilettanti. Non ci sarà nessuna protesta sopra le righe. Ci faremo sentire, ma seguendo la strada che i regolamenti ci consentono». E d'ora in poi nessuno si lascerà scappare un sorrisino quando Maifredi parla di arbitri: «Ho detto alcune cose - precisa il Maifer - e sono stato frainteso. Ho parlato dopo Bari, ma non mi sono mai sognato di dire che il rigore concesso al Bari era inesistente. Anzi era netto. Semplicemente ho avvertito che tirava una strana aria e, a quanto pare, il mio naso funziona ancora bene». Brescia non è Palermo e tantomeno Roma che, dopo la serataccia arbitrale al «Rigamonti» portò il caso in Parlamento, però anche Brescia ha i suoi bravi uomini politici e alcuni sono a Roma: «Può essere un'idea - concorda Maifredi -. Non sarebbe male se qualcuno dei nostri politici volesse far sentire la sua voce».

IL PIU' FORTE DI TUTTI I TEMPI